Gli ultimi vent’anni, sono stati caratterizzati dal fenomeno della delocalizzazione produttiva con il quale, molte imprese hanno spostato parte o tutta la propria produzione in altri paesi.investire in Romania
La delocalizzazione, è diventata lo strumento mediante il quale, le imprese hanno cercato di mantenere bassi i costi della propria produzione, spostando gli stabilimenti e la realizzazione della produzione in aree dove la manodopera ed altri costi aziendali erano molto più bassi rispetto al paese di provenienza.
Questo fenomeno, ha interessato tutti o quasi i settori manufatturieri ed anche, la realizzazione/produzione e la gestione di molti servizi. consulenza in Romania
Delocalizzare la propria attività all’estero : che cosa è cambiato in questi anni?
Vent’anni fa, il differenziale fra il costo della manodopera di un paese occidentale (Italia,Gran Bretagna, Francia, ecc..) e quello di un paese in fase di sviluppo (Romania, India,Cina, Brasile, ecc..) era anche di venti volte volte superiore.
Oggi, non è più così!
Innanzi tutto, occorre fare una distinzione fra paese e paese, sia tra quelli cosiddetti avanzati ed anche fra quelli che sono in una fase di crescita.
La crescita di alcuni paesi che prima erano sottosviluppati o arretrati, è risultata differente fra paese e paese. Alcuni, hanno avuto uno sviluppo impetuoso, bruciando molte tappe e recuperando molti ritardi.
Anche fra i paesi industrializzati, alcuni hanno continuato a crescere più di altri.
Quindi, rispetto a venti o più anni fa, il rapporto di forza esistente è cambiato notevolmente e quindi, occorre rivedere tutte quelle considerazioni e strategie che qualche anno fa avevano un senso logico.
In secondo luogo, occorre definire quale tipo di manodopera/professionalità si sta cercando perchè anche in questo caso, non è possibile stabilire dei parallelismi fra retribuzioni di figure professionali come quella dell’ingegnere (costo di un ingegnere occidentale e costo di un ingegnere di un paese in forte sviluppo) e quella dell’operaio. capannoni in romania
Per meglio capirci, un operaio italiano costa mediamente oggi sei volte in più di un operaio romeno circa ma un giovane ingegnere italiano costa circa solo due volte in più di un ingegnere romeno.
In taluni casi, in italia con l’utilizzo sempre più frequente di contratti atipici e forme di collaborazione esterna, la differenza do costo tende ulteriormente a ridursi.
Se poi prendiamo in considerazione altre voci di costo : energia, locazioni immobiliari, costi della logistica, costi fiscali, ecc.., possiamo chiaramente capire che non è assolutamente possibile semplificare un’analisi che deve tenere conto di una serie ampia di parametri e che tra l’altro, questi elementi sono soggetti a continue variazioni. delocalizzazione in romania
Delocalizzare un’attività : quando conviene?
Il piano industriale di un’impresa che decide di delocalizzare la propria produzione, deve essere aggiornato alla data attuale.
Il costi di produzione in Cina, Brasile, India ed altri paesi, in questi ultimi anni, hanno subito una forte crescita e tutti i calcoli alla data di tre anni fa, appaiono completamente fuori luogo.
Inoltre, le agevolazioni fiscali che i singoli paesi che vogliono attrarre investimenti stanno mettendo in campo, sono in continua evoluzione. aprire una ditta in Romania
Tanto per capirci, la Bulgaria, L’Ungheria, la Serbia e la Moldavia, offrono oggi alle imprese un’imposta sui redditi che va dal 10 al 15% massimo.
La Romania, paese che ora sta soffrendo il mancato arrivo di investimenti, dopo il boom degli anni scorsi, sta predisponendo un’offerta migliorativa rispetto a quella attuale.
Anche il costo dell’energia, diventa un elemento da analizzare bene quando di mette in atto un piano industriale.
Nella prima parte di questo reportage, abbiamo analizzato gli elementi da tenere sotto osservazione quando si prende in esame l’opportunità di delocalizzare un’attività produttiva.
In particolare, la necessità di considerare che la crescita di alcuni paesi che negli ultimi anni sono stati oggetto di delocalizzazioni con il trasferimento di imprese in quelle aree, ha influito sui costi della manodopera locale e su tutta una serie di altre voci che sono cresciute in maniera decisa e spesso, rendono oggi la stessa delocalizzazione, una soluzione meno appetibile rispetto a qualche anno fa. opportunita di affari in romania
Delocalizzare un’attività : quando non è più conveniente delocalizzare.
I casi di esempi di delocalizzazione al ‘contrario’ o meglio, del rientro di attività che prima erano state spostate all’estero, è ancora limitato anche se esistono già alcuni casi sia nel settore delle piccole imprese manifatturiere che nel campo dei servizi.
Dalla Gran Bretagna all’Italia, passando anche per altri paesi industrializzati che in passato sono stati oggetto di trasferimento di imprese e produzioni verso altre aree, hanno ultimamente assistito al rientro di alcune attività prima delocalizzate che hanno preferito ritornare al paese di origine che continuare ad operare in quelle aree dove avevano precedentemente delocalizzato.
Tra queste attività, incontriamo : call center, piccole fabbriche manifatturiere, aziende di informatica, ecc..
Se dieci anni fa il rapporto di costo di un ingegnere o di un buon programmatore fra un paese industrializzato ed uno in via di sviluppo, era anche dieci a uno, oggi, in alcuni casi si arriva a differenze che non superano il 70/80% .
Quindi si stanno sempre più riducendo le differenze di costo a causa del livellamento dei salari in Occidente e dall’altra, anche per la forte crescita dei costi di quei paesi che in un passato non lontano erano stati scelti per delocalizzare attività produttive. attivita in Romania
Perchè non delocalizzare
I motivi per cui oggi molte imprese sono meno propense a delocalizzare rispetto al passato sono : le spese straordinarie che talvolta si devono affrontare in fase di delocalizzazione che non sempre sono previste all’inizio; un non sempre elevato livello di professionalità del personale nei paesi in cui si delocalizza; le aspettative che i nuovi tecnici ed ingegneri dei paesi in cui si delocalizza hanno in termini di trattamento economico e benefit e che tendono continuamente a salire e non sempre vanno incontro ai piani delle imprese che cercano invece di tagliare i propri costi anche attraverso la delocalizzazione; la presenza di investimenti cospicui per delocalizzare e che in periodi non propriamente floridi per il mercato in generale come quello attuale, tendono a ‘raffreddare’ le aziende a compiere questa mossa; la necessità di spostare personale in aree lontane con conseguenti nuovi costi a cui far fronte; l’aumento dei costi complementari ed acessori (costi di locazione, energia, ecc.) che stanno crescendo anche nei paesi scelti per delocalizzare; altro.
Quando la delocalizzazione va di pari passo con l’internazionalizzazione.
Se prendiamo ad esempio la Romania,abbiamo assistito ad una delocalizzazione che fra gli anni novanta ed il decennio successivo, ha spostato in questo Paese grandi imprese industriali.
Negli ultimi tre anni, si è accentuato il fenomeno che ha visto la Romania come paese di fuga di queste imprese in direzione di India ed altri paesi orientali.
Questo, mette in evidenza che grandi imprese industriali, non sono solo alla ricerca del basso costo di produzione ma anche di mercati nuovo e vasti per la commercializzazione dei propri prodotti.
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